Racconti Erotici > Gay & Bisex > I pescivendoli - Prima parte
Gay & Bisex

I pescivendoli - Prima parte


di Membro VIP di Annunci69.it PassMatVoglioso
23.11.2020    |    2.550    |    3 9.8
"Io mi agito sotto di lui, sono eccitata, infoiata, i suoi piedi hanno l’odore maschio che adoro, mi agito e ansimo di goduria..."
Il supermercato sotto casa è comodo e in passato mi ha anche fornito un inaspettato incontro con finale … come dire … cremoso, ma avendo adesso più tempo a disposizione vado sempre più spesso al mercato coperto dove trovo molta più scelta a prezzi decisamente inferiori. Giorni fa avevo quasi finito il giro dei banchi, soprattutto di frutta e verdura e mi stavo portando via 4 buste piene, carico come un somaro e stavo per lasciare il mercato. Per uscire si deve attraversare il reparto del pesce e si è costretti a passare davanti a tutti banchi, tra mille richiami che ti invitano all’acquisto. Facendo di no con la testa a tutti, passo curiosando finché mi si para davanti un bel maschiotto romano che, mentre dà il resto ad una signora, mi dà anche una bella occhiata. Non ci bado più di tanto, i maschi spesso guardano per fare i gradassi e oltretutto lo fanno per accaparrarsi clienti e pur di vendere la loro merce flirtano con chiunque. Sembra un avanzo di galera, coi tatuaggi anche sul volto, sul collo, orecchini, capelli rasati, naso da pugile…poco raccomandabile francamente! Ma ho sempre avuto un debole per i cattivi ragazzi e al tempo stesso una po’ di paura, soprattutto all’idea che guardandoli troppo si straniscano e mi attacchino dandomi del frocio rottinculo!! Quindi distolgo lo sguardo e continuo a camminare, fingendo interesse per i corpi inerti dei pesci in esposizione. È lui però che mi costringe a fermarmi, parandosi davanti e chiedendo se volevo del pesce. Stavolta lo guardo meglio, è alto poco meno di me, ben piazzato, infilato in una tuta grigia, larga e stazzonata, con il grembiule di plastica e gli stivali di gomma bianca. Non si può intuire molto della corporatura, solo le braccia sono scoperte, muscolose, pelose e con gli immancabili tatuaggi, che spuntano dalle maniche corte della maglietta. Sorrido impacciato dicendo che sono già troppo carico e non posso aggiungere altri pesi. “Vabbè, che probbblema c’è, te ‘o posso porta’ a casa, se nu je la fai più” mi fa lui, con il suo forte accento. “Ma te piace er pesce?” …. Colgo il doppio senso immediatamente ma penso che è colpa mia, che sono troppo malizioso ma, allo stesso tempo, non posso fare a meno di reprimere una risatina. Lui pure sorride sornione e insiste “Che dici, te voi fa’ un bel merluzzo arrosto, oppure sto cefalo bollito?”. “Ma non sono nemmeno tanto bravo a cucinarlo” rispondo io, tentando di sviare malintesi. Sorridendo, mi dice “Te a posso di’ io qualche ricetta…anche se preferisco la carne!” guardandomi dritto negli occhi, per poi spostarli su fianchi e culo. Rimango un po’ impietrito perché nel frattempo altri clienti ronzavano intorno al banco e lo scambio di sguardi nonché quello verbale poteva colpire orecchie e occhi indiscreti, compresi quelli dell’altro lavorante, sicuramente suo fratello, vista la somiglianza con lui, che si intromette tra noi per servire un vecchietto appena arrivato, facendo a me l’occhietto e dando a lui una gomitata di intesa. Balbetto qualcosa sul fatto che sarei tornato un altro giorno perché avevo già comprato troppa roba ed è allora che a bruciapelo mi chiede “Ma ‘ndo abbiti, daje, te a porto io sta spesa, dopo l’una chiudemo, se famo un panino ar volo e poi faccio ‘e consegne ai ristoranti qua vicino, passo pure da te … se m’offri un caffè te porto quello che me rimane sur banco e poi ‘a prossima vorta te compri quello che te pare … te faccio pure ‘o sconto pe’ ll’amici!!”. Cade ogni mia resistenza e gli dico dove abito “Tiè, pijate pure er nummero de telefono, così ‘a prossima vorta me poi chiamà e ordini quello che te pare!”. Ci scambiamo i numeri e lo saluto, mi rispondono in coro sia lui che il fratello. Esco dal mercato e mi sento una vampa di calore, comincio a pensare di aver sbagliato, immagino già di trovarmelo in casa con un coltello alla gola pronto a aprirmi come una triglia se non gli do soldi e altro …. un film dell’orrore scorre nella mia mente, sempre più in subbuglio per aver dato tutti i miei recapiti, mi sento in trappola. Arriva l’una, poi l’una e mezza, le due…nessuno si palesa, nessuno chiama.... comincio a pensare che è stato solo un brutto sogno, che sono salvo, quando mi arriva un messaggio “Ciao, so’ Glauco, sto a fa’ l’ultima consegna, metti su il caffè che arivo”. Eseguo, ancora un po’ tremante ma più calmo…chissà, il fatto che mi abbia messaggiato mi fa perdere un po’ di paura. Il tempo di sentire il caffè uscire dalla caffettiera che squilla il citofono. Apro ed entra lui. Si è cambiato, ora è in jeans e scarpe da ginnastica, felpa col cappuccio tirato su … oddio sembra proprio un rapinatore o spacciatore in incognita! Invece mi rassicura il suo sorriso franco, anche lui sembra intimidito ma cerco di metterlo a suo agio… per fortuna il caffè offre lo spunto per tirare fuori dall’impaccio tutti e due. Ci sediamo sul divano e cominciamo a bere, intanto si parla. Mi racconta che col fratello e la madre ha questo banco al mercato da una decina d’anni, che è divorziato senza figli per tutte le corna che ha messo alla moglie e che dopo la separazione è tornato a vivere con la madre. Mi fa domande varie finché mi dice “Ahó, comunque nun m’hai risposto ancora … te piace er pesce?”. Rido, ormai più rilassato, sto al gioco e rispondo “Certo che mi piace, avevi dubbi?”. “Beh, co’ sta faccia da santarellino che te ritrovi mi hai confuso, ma me sa che sei una bella troja a letto!!”. Così, diretto al punto, senza filtri … mi piace! “Daje, nun me di’ che te sei spaventato, me sa’ che ne hai presi di cefali…e mica quelli che stanno in mezzo ar mare!!”. E mi mette la mano dietro la nuca spingendo la testa verso il suo pacco, già rigonfio. Ovviamente non incontra resistenza da parte mia, affondo con piacere la faccia sulla patta del jeans che già aveva un bel rigonfiamento e mi struscio come una gattina in calore. Lui mi tiene la testa e comincia a mugolare “Daje, si, mmmmh, datte da fa’ che più te strusci e più me se intosta…nun ce crederai ma so’ du’ mesi che non sborro”. Sbottono i pantaloni e abbasso la cerniera, un bel ripieno si palesa ai miei occhi. La forma di un corposo cannolo spunta dal cotone della mutanda bianca, di filo sottile, umida di umori della giornata. L’odore è meraviglioso, sa di sapone, piscio e sudore intimo, una miscela muschiata da maschio che mi fa arrapare subito. Struscio le labbra sulla consistenza del cannolo, lo sento attraverso la stoffa che è ancora moscio ma di una bella consistenza. “Ahó, già me stai a fa’ veni’ voja de sborrà…prendilo in bocca e fammelo veni’ duro!” mi ordina e senza esitazione abbasso l’elastico e lo faccio sgusciare fuori, E’ umido di presborra, si capisce che la voglia è tanta e deve essere vero che è in astinenza da tempo…neanche lo sfioro con le labbra che si alza svettante, lo ingoio e lo sento arrivare alla sua massima durezza dentro la bocca. Lo assaporo per bene, passando la lingua intorno al glande e titillando il filetto, si è scappellato subito e la cappella è dura e fremente. Lui mugola con la testa riversa sullo schienale del divano e comincia a spingere il bastone dentro la mia bocca. “Siiii, pijalo tutto, così, cazzo che gran bocchinaro che sei...te piace proprio er pesce…si, famme sentì le tonsille, apri bene la bocca, troja, che deve entrare tutto!”. Così dicendo dà un colpo di reni e spinge ancora di più, la mia bocca si allarga e lo sento entrare fino alla gola, è tutto dentro, il naso è sui suoi peli pubici odorosi di maschio, il suo ansimare mi porta a non resistergli ma ad accoglierlo anche a costo di soffocare. Il pisello è bello grosso ma per fortuna non lunghissimo, riempie bene la bocca senza strozzarmi. Mi blocca la testa e muove piano i fianchi, su e giù, il ritmo aumenta, mi sta scopando la bocca e io sono eccitato da impazzire, il mio pisello lacrima ed è duro come il marmo. “Cazzooooo, che bocchinooo, mi fai venire …. Non ti fermare…vaiiii!!!” e con un ultimo colpo mi schizza direttamente in gola svariati fiotti di sborra cremosa. Freme tutto il suo corpo ma le sue mani non mi fanno muovere, continua a dare colpi di cazzo. Trema tutto mentre le ultime scosse continuano a pompare la mia bocca che è ormai piena … lascio uscire la sborra che cola giù sul suo pisello, scorre sui peli del pube e scivola giù tra le palle. Finalmente, la mazza esce dalla bocca e plana con uno schiocco sulla sua pancia, afflosciandosi di lato, in mezzo alle macchie di crema. Io sono ancora eccitatissimo, ho in bocca il sapore dello sperma e il suo odore mi inebria. Quanta crema è stata sparata, non è solo su di lui, ma cola dalla bocca e mi scende sul mento, il collo…tra le tette. Lui si rilassa, ancora col fiatone e mi guarda “Ammazza che pompa, mi hai fatto veni’ come non mi succedeva da tempo…t’ho inondato…sei una bella visione adesso, tutto coperto de sbora, te piace farti innaffiare eh?”. Lo guardo sognante e mi spalmo la sua cremina profumata e densa come se fosse un balsamo … “Si, mi piace essere innaffiata e riempita” passando al femminile perché ormai sono la sua troia e voglio che come tale mi tratti. “Me devo anna’ a lava’…me posso fa’ una doccia?” mi chiede e gli rispondo “Certo, ma prima ti devi spogliare, fatti aiutare!”. Così dicendo gli sfilo la maglietta scoprendo un busto pieno di tatuaggi, gli tolgo le scarpe e sempre tenendolo seduto, gli tolgo i pantaloni e le mutande. È nudo, a gambe aperte sul mio divano, col pisello grosso poggiato sul pube peloso. È bellissimo, lo accarezzo tutto, lo guardo beandomi di una meravigliosa visione di maschio …sono ancora eccitatissimo e non voglio ancora lasciarlo andare. “Toglimi pure i pedalini, famme il servizio completo” mi dice guardandomi dritto negli occhi mentre don il pollice raccoglie una goccia dal mio labbro e me lo mette in bocca per farmelo succhiare. “Mmmm, sapevo che non ti saresti fatta pregare, zoccola, te piace troppo…ma ora toglimi i calzini” e alza una gamba mettendo un piede davanti alla mia faccia. Sto ancora gustando la sua crema e afferro la sua caviglia affondando il naso sul suo piede. “’O sapevo che te piaceva lecca’ i piedi, sei proprio zoccola 100%, daje … senti l’odore de maschio e datte da fa’ co’ a lingua”. Non aspettavo altro, mi lancio a sniffare e leccare, prima il calzino poi il piede nudo e intanto lui comincia a sfregare l’altro piede sulla mia fichetta anale. Sono in un brodo di giuggiole, godo tantissimo e lui d’istinto, neanche leggesse nel pensiero, mi sdraia a terra e mi blocca la testa con un piede mentre con l’altro si fa strada nel mio culone. “Siii, così te vojo, sotto de me a leccà e sbava’…brava, così bella cagnetta, m’ho fai veni’ duro de novo e stavolta te lo infilo tutto su pel culo… troia che sei!”. Io mi agito sotto di lui, sono eccitata, infoiata, i suoi piedi hanno l’odore maschio che adoro, mi agito e ansimo di goduria. “Daje, hai leccato abbastanza, se fai la brava cagnetta te li faccio annusa’ e lecca’ quanto te pare ma mo è arivatoo er momento de damme er culo… sdraiati su quel tavolo e apri le cosce, puttana!”. Mi alzo e mi tolgo gli ultimi rimasugli di vestiario e mi stendo a pancia in su sul tavolo da pranzo. È un massiccio tavolo quadrato allungabile, di lunghezza ideale perché una volta sistemato di schiena sporgono solo il culo e la testa. Questo gli dà l’idea di posizionarsi dietro alla mia testa così da infilare di nuovo il cazzo in bocca…adesso è a riposo, appiccicoso di sborra che gli si sta asciugando addosso ma sempre turgido, consistente. L’odore è ancora più forte di prima, e apro subito la bocca per accoglierlo. Lo succhio avidamente e la lingua annaspa tra cappella e bastone, si indurisce ma lo tira fuori “Eh no, carina, stavolta il servizietto me lo fai con calma…pulisci bene le palle, lecca per bene tutto e se sei brava, se te ‘o meriti, te lo schiaffo tra le chiappe”. Si siede praticamente sulla mia faccia e con la lingua comincio a leccare le belle palle pelose, odorose, mi fa strofinare per bene in mezzo alle sue cosce, arriva a farmi leccare l’asta e la punta del cazzo per poi spingersi di nuovo in avanti e mettermi la testa tra le gambe. Ha un bel culo peloso, con chiappe sode e alte, le afferro col le mani e gli apro le cosce…non resisto, l’odore di maschio è intensissimo, e gli lecco la zona perianale ed il buchetto. “’Azzo che zoccola, manco er bucio de culo te fai manca’…magari un po’ de sbora era colata fino a lì e la volevi tutta, vero troia? Ahó, nun so’ frocio ma ‘na bella leccata de culo me ‘a faccio fa’ volentieri …Vai, bella, pulisci tutto che me piace”. È eccitato, lo sento dal suo ansimare, dalle sue chiappe toste che si aprono e chiudono a ritmo crescente. Ora si fa leccare tutto dalla testa della cappella fino al buchetto, poco peloso e perfettamente disegnato. Gode lui e godo io…vorrei rimanere così all’infinito, gustando i suoi odori e sapori per sempre!! “Mo basta però, me vie’ voglia de sborra’ de novo ma stavolta voglio il culo!”. Così gira attorno al tavolo e si posiziona davanti a me, mi prende le caviglie e mi apre bene le cosce e poggia il bastone, duro come il marmo, sul mio buco. “Rilassate, tranquillo…me ne so’ fatti de culi!! Mo’ te faccio vede come te apro per bene...te apro come ‘na cozza!”. Sputa sulla mano e mi umetta l’ano, appoggia di nuovo la cappella e spinge piano. Respiro per rilassarmi e sento che il buco si allarga. Ho paura che mi faccia male perché è bello tozzo ma lui non forza, rimane puntato senza insistere. Mi sento più rilassato e al tempo stesso eccitato dallo sfregamento del cazzo che approfitta del momento e comincia ad entrare. Si aiuta con una mano ad allargarlo meglio e spinge di più, è entrato per metà … mi piace e mi rilasso ancora di più. Così con un paio di botte lo fa entrare tutto, lo sento bene dentro, inarco la testa, sto in paradiso. Lui si agita piano, ogni tanto una botta per assestarlo meglio e me lo lascia godere. “Te piace, eh, troia, non vedevi l’ora de fatte incula’!!” Per sentirlo meglio metto le gambe intorno al suo corpo, quasi per non farlo fuggire, coi talloni spingo il suo sedere verso il mio … lo voglio sentire tutto spingere dentro di me! Si piega verso di me, mi guarda dritto negli occhi, mi fa scorrere le sue mani sul mio petto, mi strizza i capezzoli, si abbassa a baciarli, li lecca e intanto mi da colpetti di reni. Io sono ormai in balia del godimento più folle e comincio a muovere le anche, cerco di risucchiarlo dentro di me e lui asseconda il movimento. “Mmm, si, me piace che te movi come una puttana, dai, io sto fermo, te impalo col cazzo e tu te movi avanti e indietro…cazzo, me stai a risucchia’ come un cannolicchio!”. Mi agito sempre di più, sono in preda a spasmi orgasmatici fortissimi, ondate di calore partono dal culo e mi arrivano alle orecchie, sono senza controllo, completamente abbandonata alla foia del momento. Lui non si trattiene, asseconda i movimenti del mio culo, si abbassa su di me e inaspettatamente mi bacia, infila la sua lingua in bocca, metto le braccia intorno al suo busto e lo tiro verso di me, siamo attaccati a ventosa, sudati e frementi, col respiro corto, le mie gambe sbattono per aria a prendere più cazzo possibile, lui spinge dentro di me e io verso di lui…stiamo gridando di piacere … non resisto più e vengo in un’abbondante spruzzata sulla sua pancia…ma non ho il tempo di riprendermi che lo sento sborrare dentro di me con bei colpi di reni ben assestati. Si accascia su di me e respiriamo entrambi a fatica. Squilla il suo cellulare … cazzo proprio adesso? Ha ancora l’auricolare incollato all’orecchio e incurante del fiatone risponde. “Che c’è? Ah, sei tu, che voi?” È il fratello, mi fa capire a gesti…” sto a scopa’, se po’ sape’ che cazzo voi?”. Non sento quello che dice e rimango fermo e impietrito in attesa che chiuda la conversazione. “M’hai chiamato cor cazzo ancora dentro il culo… se semo fatti ‘na scopata divina, bocca e culo da urlo sta troia” dice guardandomi, strizzando l’occhio e una tetta. “sto a ripia’ fiato, questo m’ha risucchiato come un cannolicchio!!”. Mi sento vagamente a disagio ma l’idea che parli al fratello con tanta franchezza un po’ mi eccita. “Mi fratello dice se po’ passa’ pure lui, te vo’ da’ ‘na bella ripassata de cazzo pure lui … ‘o posso fa veni’?”. E senza aspettare una mia risposta “Ahò, sbrigate, che te l’ho lasciato bello in calore… e pure bello aperto così nun devi manco fatica’ troppo pe scopartelo!” ..

Fine prima parte

N.B.: È di tutta evidenza che LA SICUREZZA non va mai sottovalutata…alcuni fatti sono stati “enfatizzati” per l’eccitazione del racconto ma MAI ho dimenticato il preservativo e le ovvie regole per preservare la mia e l’altrui salute! Non era mia intenzione trarre in inganno, se mi sono permesso delle “licenze” è stato solo per aumentare il tasso erotico del racconto.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.8
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per I pescivendoli - Prima parte:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni